Che cos’è il Rebirthing

Il Rebirthing è un metodo semplice e piacevole per ricordare e rivivere il momento della nascita, nonché le fasi immediatamente precedenti e successive ad essa. Il suo scopo è di aiutarci a vivere meglio, a sormontare paure, dolori, angoscie, a meglio relazionarci con noi stessi e con gli altri.

Consistendo in un metodo di respirazione circolare, il Rebirthing riproduce nel nostro cervello condizioni simili a quelle esistenti nello scambio placentare, in cui il feto era continuamente approvvigionato di ossigeno. Attraverso la respirazione, allentiamo le tensioni e le emozioni negative, e in certi casi arriviamo persino a rivivere la fase pre- e perinatale, che è determinante nella formazione del nostro carattere e della nostra personalità (imprinting). In questo modo, evocando e prendendo coscienza del nostro passato, possiamo rielaborare, capire, ed accettare il nostro presente, il modo di essere che ci connota.

Una seduta di Rebirthing (a secco), nel concreto, si articola in quattro fasi.

In una prima fase, il cliente viene fatto sdraiare, in posizione comoda, con gli occhi chiusi, e viene invitato a respirare, dapprima in modo naturale, lento, attraverso il naso, poi attraverso la bocca, in modo più rapido, connesso (consapevole) e circolare (senza pausa). Così, a un’inspirazione ampia e profonda fa seguito un’espirazione lenta, portando i muscoli del torace e dell’intero corpo a rilassarsi. Si giunge in questo modo alla seconda fase della seduta, quella del rilassamento.

Nella fase di rilassamento, il respiro percorre tutto il corpo. Nell’atto dell’espi-razione si sciolgono le resistenze e aumenta la capacità di ascolto profondo del corpo, permettendo all’inconscio di proporci emozioni e immagini che fino a quel momento ci eravamo negati. Così, in questa fase, il corpo, essendosi liberato dalle tensioni, diventa ricettivo, aperto, in un certo senso un veicolo che fa riaffiorare le emozioni nascoste.

La terza fase è quella dell’integrazione. Le gioie e i dolori, l’angoscia e il piacere, emersi nel rilassamento, vengono riconosciuti, accettati, accolti con amore, ed integrati in noi stessi. Ciò avviene sia per le emozioni positive sia per quelle negative. Nella fase dell’integrazione, cambiamo il nostro atteggiamento nei confronti di ciò che ci accade nella nostra vita, leggendolo in modo diverso, più disponibile, mettendone in risalto il lato positivo. In effetti, non sono mai le circostanze in sè stesse che scuotono il nostro animo, bensì semplicemente il nostro atteggiamento nei loro confronti. È un fatto innegabile che la maggior parte del dolore umano dipende dalla resistenza che noi stessi opponiamo contro la manifestazione della realtà. In altre parole, se opponiamo resistenza al dolore o alla tensione non la risolviamo, anzi ci sentiamo peggio.

L’ultima fase è caratterizzata dall’osservazione di tutto ciò che è emerso nel corso della seduta, sia a livello fisico che emotivo. I muscoli si sono contratti? Abbiamo provato dolore? Siamo scoppiati in crisi di pianto? Abbiamo riso? Ci ha pervaso una sensazione di pace? Così, sapendo rispondere a queste domande, potremo acquisire maggiore consapevolezza di noi stessi, e sapremo mettere in risalto le potenzialità e le risorse di cui disponiamo.